Perché i manifestanti per i diritti civili non si mobilitano con tanta solerzia quando si tratta di svincolarsi dal potere russo, ma anzi spesso operano nel verso opposto?
Trieste, 26 novembre 2013. Nel corso del vertice Letta-Putin che si è svolto oggi a Trieste si è tenuta una manifestazione, che semplificando si potrebbe definire “anti Putin”, di contestazione delle politiche omofobe russe e, più in generale, della violazione dei diritti umani nella terra degli zar. Madrina della manifestazione Vladimir Luxuria che ha dato lo spunto per il divertente gioco di parole nello scontro con l’omonimo Vladimir Putin. Difficile non simpatizzare con i manifestanti intervenuti al colorato evento organizzato da associazioni lgbt con il sostegno di partiti e altre organizzazioni (per lo più di estrema sinistra).
A poche centinaia di metri, nella sede del vertice bilaterale, di diritti civili non si è ovviamente parlato essendo priorità del Governo italiano mantenere ben saldi i rapporti economici con la Russia evitando possibili tensioni su temi che, evidentemente, non vengono ritenuti prioritari. Tocca fare i conti con questa impostazione. Il consistente fabbisogno energetico e di materie prime dell’Italia nei confronti della Russia non permette trattative su altri fronti. Non c’è manifestazione che tenga. I russi godono di un potere talmente forte che consente loro di zittire facilmente e con arroganza chi ha posizioni di dipendenza come noi.
Viene quindi naturale porsi alcune domande provando a individuare una strategia politica più efficace e meno fondata sulla cura del sintomo. Se il sintomo è la violazione dei diritti civili e una manifestazione come quella di oggi non ha alcun effetto sulle alte sfere del potere ma solo, al limite, per sensibilizzare la popolazione, non è che sarebbe più ragionevole puntare a minare le ragioni che inducono questa disparità di potenza lavorando quindi sulla riduzione della dipendenza energetica?
Potrebbe sembrare una strategia a lunghissimo termine eppure in tempi recenti proprio molti dei manifestanti e molte delle associazioni intervenuti oggi si sono contraddistinti per una miope lotta all’emancipazione energetica, basti ricordare le posizioni anti rigassificatori e anti centrali nucleari (salvo vaneggiare sognando un’impossibile indipendenza fondata su pannelli fotovoltaici o altre tecnologie insignificanti in un bilancio economico/energetico). Non è dunque proprio questo tipo di impostazione ottusa la vera nemica della libertà dell’individuo che è anzitutto libertà di progresso, indipendenza nei confronti dei tiranni e quindi, in definitiva, sconfitta alla radice della tirannia stessa?